Contemporary jewels as never seen before.

Artistar Jewels è un evento unico nel mondo della contemporary jewelry e si svolge a Milano durante la Fashion Week di febbraio.

Sono felice e onorata di essere stata selezionata per partecipare all’ultima edizione e da una giuria di tutto rispetto: direttori di Vogue, Vanity Fair, giornalisti di moda e costume, fashion influencer (e scusatemi se è poco). Sono stati scelti due miei pezzi: la mitica collana Arcimboldo e gli orecchini zucca. Il tutto, impacchettato a dovere, è partito per tempo dal mio laboratorio fiorentino verso il nord per lo shooting fotografico. Infatti tutte le opere esposte alla mostra sono state pubblicate in un bellissimo (e pesante) libro, distribuito in tutte le librerie italiane e nelle principali capitali europee e spedito ad oltre 5000 esperti del settore. Con la mia partecipazione ho avuto l’opportunità di conoscere dal vivo artisti eccezionali e di confrontarmi con le ultime tendenze del gioiello contemporaneo.

Artistar Jewels - Anna Della Torre
Il mio acquerello dedicato a Milano

Il mio acquerello dedicato a Milano

Artistar Jewels, Arcimboldo e Yoko Ono

Sono arrivata il giorno dell’inaugurazione, solo per stampa e artisti. Nel bellissimo Palazzo dei Giureconsulti, dietro Piazza Duomo, erano riuniti 170 jewel artists provenienti da tutto il mondo. Grandi artigiani e designer che hanno davvero segnato con le loro opere la storia del gioiello contemporaneo. Vedere le mie creazioni insieme a quelle di Yoko Ono, Pol Bury, Faust Cardinale, è stato emozionante (e anche molto gratificante). La mattina è passata in un lampo: un po’ di PR, qualche intervista, niente foto sul carpet perché mi sentivo orribile e grassa (in realtà sono solo una old lady un po’ cicciottella). Intanto i saloni della mostra si stavano riempiendo in modo preoccupante. Quindi ho deciso che era arrivato il momento di lasciare quella geniale ed artistica bolgia per andare ad incontrare Milano, sotto una pioggerella vivificante.

Un pomeriggio per fare tutto. Lo shopping di corsa ha inizio

Prima tappa obbligatoria la galleria Vittorio Emanuele II, per un aperitivo old style al mitico Caffè Camparino con la mia amica Magdalena. (lo sapevate che la nuova insegna è stata disegnata da Ugo nespolo?) Il tempo di gustarci due Negroni in una delle location più belle del mondo, circondate dalla pittoresca e coloratissima fauna che accompagna tutte le Fashion Week (gli outfits dei giapponesi sono sempre i miei preferiti) e poi via, di corsa verso nuove mete. Prima un blitz alla Rinascente. Il reparto Home&Design è un vero museo del design contemporaneo. Mi regalo un mug Magpie con un inquietante insetto gigante che somiglia lontanamente ad un’ape. Magda è sparita e mi torna piena di pacchetti. Rispetto la sua privacy e non chiedo nulla anche se la curiosità è tanta: che cavolo ci sarà in tutti quei pacchettini?

Un Negroni mitico

Un Negroni mitico

Forse è un’ape, forse no

Forse è un’ape, forse no

La corsa continua, la pioggia anche, i pacchetti aumentano

E ancora via di corsa. Un saluto alla Vertical Forest di Boeri. Ma gli alberi non sono sempreverdi e a febbraio il famoso bosco verticale presenta un look triste e spelacchiato. Terza tappa obbligatoria 10 Corso Como, lo strafamoso concept store creato da Carla Sozzani nei primi anni ’90. Come accade nella vita, ogni volta che ci vado lo trovo diverso e non sempre il cambiamento mi piace (Sorry Carla). Evitiamo accuratamente il bar ristorante. L’ultima volta abbiamo speso un capitale. La location mitica non giustifica il pessimo rapporto qualità-prezzo e un cameriere sociopatico e maleducatissimo. Ci aggiriamo fra art&fashion (Alaia, Vetement, Margiela, Ruhs Kris Jewels) consapevoli che non potremo acquistare neanche una shopping bag. Alla fine mi sono regalata (mi meritavo anche questo) un olio per capelli Ouai (adoro Jen Atkin e i suoi prodotti) e poi via, di nuovo on the road (on the tube) verso High-Teck Shop.

Ecco Medea con i capelli di rosmarino

Ecco Medea con i capelli di rosmarino

Cargo HT Shop, Medea e fine della corsa

Cargo High Tech, adoro questo negozio. Un vero paradiso per chi ama l’home decor bizzarro e originale. Giriamo incantate in un caos di oggetti gipsy, pop, kitsch e, nonostante le occhiatacce di Magda, decido che ho diritto ad un’altra gratificazione (insomma, Artistar Jewels!!!) Così mi regalo anche Medea, un ingombrante head vase che immagino già nella mia cucina, pieno di rosmarino. Continuando i girellamenti e discutendo sui massimi sistemi, per caso guardiamo l’orologio, cacciamo un urlo e, di nuovo, di corsa verso la stazione. Arriviamo trafelate, piene di pacchetti (Medea è bella ma anche pesante) e saltiamo (si fa per dire) sul treno che ci riporta a Firenze. Ed eccoci tutte e due sul Freccia Rossa del ritorno. Finalmente sedute, stanche morte ma esaltate, gratificate, piene di nuove idee e progetti.

E questa è Milano per me. Tutta una fantastica corsa.

Alla prossima